Intervista a Raffaella Antinucci
Raffaella, parlaci di te. Quanti anni hai e quali sono i tuoi interessi?
Ciao, amici di Famacademy! Ho ventun anni e i miei interessi hanno quasi tutti a che fare col mondo dell’espressione artistica. Mi piace recitare, cantare, scrivere, stare a contatto con gli altri; amo il teatro, la radio, la fotografia, il cinema e la musica, specie l’indie e il cantautorato italiano. Cerco sempre di tenermi informata sull’ambito politico e sociale e di utilizzare i social network per parlarne di conseguenza.
Qual è l’importanza dei social per i ragazzi come te?
I social sono il veicolo d’informazione più efficace e diffuso, oltre che un buon biglietto da visita per chi li usa a fini lavorativi. Da ciò deriva la loro importanza: non è un semplice postare foto e frasi poetiche annesse, è un mezzo potentissimo per far sentire la propria voce e condividere opinioni e idee, oltre che progetti artistici e non. Me li immagino come delle enormi piazze virtuali, punti d’incontro che possono portare a scambi interessanti, condivisione e confronti. In un mondo che sembra ascoltare poco, sempre più frenetico e indaffarato, trovo nei social un buon punto di partenza per fermarsi, informarsi, elaborare pensieri e trarne qualcosa di prezioso (con un corretto uso!).
Come sei venuta a conoscenza del Blog Famacademy?
Ho conosciuto Famacademy tramite la mia maestra di italiano delle elementari, la meravigliosa Luciana, ritrovata dopo anni su Facebook – vi lascio immaginare la mia felicità quando ho letto il suo nome nelle richieste di amicizia. Ci siamo poi sentite al telefono e mi ha raccontato del suo bellissimo lavoro su questo blog. I social servono anche a questo!
Qual è secondo te l’importanza della scuola per la formazione?
La scuola è cultura, ma anche interesse, emancipazione, contatto umano. Senza scuola non c’è futuro, è la prima importante opportunità che viene offerta a tutti, senza discriminazioni di alcun genere, dalla tenera età in avanti. Chi va a scuola cresce e studia, chi studia ha sapere e chi ha il sapere ha il mondo in mano. La scuola è evoluzione, progresso, risorsa preziosa che tendiamo a dare per scontata; lo si comprende solamente col tempo.
Quanto conta l’insegnante e quanto contano i compagni di corso?
Contano tantissimo! Insegnanti incapaci e compagni sgradevoli allontanano dal piacere di studiare, per questo è fondamentale che il clima sia sempre sereno e che il personale docente sia valido. Prendete me, ad esempio: dopo un anno di liceo classico, sono letteralmente scappata perché l’ambiente studentesco era soffocante e quasi tutti i professori mancavano di umanità a trecentosessanta gradi. Cambiando liceo, una volta trovati gli insegnanti giusti e competenti, ho ritrovato il piacere di studiare che avevo totalmente perso prima.
Traccia l’identikit dell’insegnante ideale.
L’insegnante ideale per me è empatico, attento agli alunni e alle loro esigenze (ricordiamoci, siamo tutti diversi!), ama la materia che insegna e ha la capacità di far appassionare chi lo ascolta, tira fuori il meglio di chi ha davanti. Ultima cosa, ma non meno importante, sa tenere la classe, con mano ferma quanto basta per guadagnarsi il rispetto degli studenti.
Quale scuola stai frequentando e come è avvenuta la tua scelta?
Al momento sono al terzo anno di scienze politiche e, contemporaneamente, sto frequentando un corso di recitazione e musical al Teatro Nuovo di Torino e uno di dizione e doppiaggio all’ODS. Per la prima ho deciso in seguito alla mia esperienza come rappresentante di istituto al liceo, momento cruciale della mia vita in cui ho iniziato a sentire sempre più il bisogno di tenermi informata e far sentire la mia voce in merito a ciò che accadeva intorno a me, e per la seconda ho semplicemente inseguito il sogno che avevo fin da bambina.
Sei soddisfatta della tua scelta?
Lo sono, sinceramente e profondamente, ma non è stata una consapevolezza immediata. Ho avuto parecchi dubbi nell’estate tra il primo e il secondo anno di università, poiché ero indecisa sul mio futuro e non sapevo cosa ne sarebbe stato della mia vita lavorativa; entrare in politica non mi sembrava più una buona idea come un tempo e avevo paura di ritrovarmi con una laurea in mano senza sapere che farmene. Poi l’illuminazione: buttarmi in ciò che avevo sempre amato di più, senza rinunciare agli studi. Non è mai troppo tardi per intraprendere il percorso giusto, e come dice il cantautore Lucio Corsi: “nemmeno da vecchi si sa cosa faremo da grandi”.
I tuoi progetti per il futuro
Potrà sembrare banale, ma anzitutto non vedo l’ora di terminare il mio percorso di studi universitari e laurearmi – dopo tanta fatica e ansia pre-esami ne ho davvero bisogno! Per il resto, il mio obiettivo principale è quello di arrivare a lavorare nel mondo del cinema come attrice e in contemporanea portare avanti il doppiaggio, un mondo affascinante e parallelo a quello cinematografico. Aggiungiamoci anche l’aiutare papà in studio di registrazione con qualche speakerato e il non abbandonare mai la musica. Per il resto, chissà! Non si sa mai cosa ci riserverà il futuro, ma personalmente ho tanta carica, speranza e una buona dose di aspettative.
Cosa consigli a chi sta per scegliere un corso di studi successivo alle scuole superiori?
Ragazzi, non fatevi prendere dal panico e affrontate il tutto con entusiasmo! Siate socievoli e disponibili, fate amicizia specie i primi giorni (spesso i rapporti nati in università vanno avanti per parecchio tempo grazie alla maturità e agli interessi in comune), non mollate mai davanti alle piccole sconfitte e, soprattutto, scegliete ciò che amate fare davvero, senza lasciarvi condizionare da niente e nessuno. E se non lo sapete ancora, non importa, lo scoprirete piano piano! A diciannove anni quasi nessuno ha le idee chiare sul futuro, non sentitevi anormali o indietro rispetto agli altri. Buttatevi, sperimentate più cose possibili, non abbiate paura di cambiare e, perché no, anche di fallire. Può capitare, è umano, è giusto! Il fallimento è la prima, grande risorsa per crescere. Siate determinati e, se vi può aiutare, ecco un piccolo consiglio per ipotizzare il percorso da intraprendere: fermatevi un attimo e chiedetevi “cosa mi piaceva veramente fare quando ero piccolo? cosa sognavo di diventare?”. Io mi sono subito ricordata delle recite scolastiche, del piacere dello stare su un palco, del mio incessante parlare con tutti. E voi?
Ultima cosa (the last but not the least): credete in voi stessi. Perché non lo farà nessuno al posto vostro.
Luciana
Raffaella, ti ringrazio per l’entusiasmo con cui hai accettato di collaborare con Famacademy. Ti rivedo bambina seduta al tuo banco, sempre indaffarata a capire il mondo e sempre con un sorriso da regalare. Sei ancora la stessa! Sto commentando mentre ascolto “Le panchine a Torino”, dolci emozioni tra il passato dei ricordi e il futuro della tuo giovane voce che ha ancora tutto da dire. E mi farà piacere ascoltarla!
Sonia
Grazie Raffaella: parole preziose che condividerò con i miei alunni con l’auspicio che si fermino e si chiedano:” Che cosa mi piace davvero?”. Sappiano, inoltre, riconoscere e apprezzare la libertà di poter scegliere, quella che con forza traspare dalle tue considerazioni ed esortazioni. Grazie ancora Raffaella! In bocca al lupo per la realizzazione di ogni tuo sogno!