Vari autori (Rita Valentino Merletti, Federico Batini…) parlano dei diversi benefici offerti dalla lettura ad
alta voce ed io stessa ho iniziato a leggere ai bambini tenendo conto anche delle loro autorevoli opinioni e
dei dei loro risultati scientifici.
Tuttavia, ciò che si vive sulla propria pelle ha una pregnanza e una valenza senza pari: il primissimo
spunto per l’avvio di tale attività è stato, infatti, l’aver sperimentato su me stessa quanto questa pratica
potesse rappresentare uno stimolo e un sostegno efficaci per il mio apprendimento: leggere ad alta voce e
riascoltare ciò che leggevo mi aiutava a trovare e a mantenere la concentrazione, a riflettere sul
significato delle parole, a memorizzare concetti e contenuti e ad acquisire e sviluppare una più
efficace capacità di comprensione e di esposizione.
Leggevo ad alta voce per me stessa e quei “suoni” mi piacevano, erano una sorta di “melodia” che mi
faceva apprezzare anche la “musicalità” della nostra lingua italiana, nota per essere una delle lingue
più “belle”; quei suoni placavano eventuali ansie e ridavano bellezza e piacere alle parole e ai loro
significati. Nasceva e si ancorava nelle parti più intime di me stessa il piacere di leggere, comprendere e conoscere.
Inoltre, più “mi ascoltavo” e “ripetevo”, più quell’attività si legava e si rivolgeva all’ipotetica presenza di
altri: gradatamente quel leggere e raccontare era, consapevolmente, diretto alla condivisione con
altri, parlavo a me stessa, ma mi rivolgevo ad altri: apprendere non era più un atto “solitario”, ma
aveva una valenza affettiva, rivolta a coloro con i quali avrei condiviso quel sapere.
Ciò che ho ricevuto dalle “mie letture ad alta voce” è stato talmente tanto, che non avrei potuto non
condividerlo con i bambini. So che vi sono sfaccettature differenti tra “La lettura ad alta voce” personale e
quella rivolta ad altri, ma la sostanza dei risvolti positivi non muta.
L’aspetto relazionale occupa, poi, un posto di privilegio in questo contesto: il legame affettivo e
“cognitivo” che il bambino instaura con l’adulto e con il “libro” rappresentano una “sorta di coperta di
Linus”, capace di impregnare di calore e piacere l’esperienza dell’ascolto e di quell’apprendimento
trasversale che sottende e attraversa ogni “storia condivisa”.
L’adulto che legge al/ con il bambino, sottilmente e amabilmente, offre un modello cognitivo e comunica
al medesimo quel messaggio capace di far vibrare le note del suo immenso valore: “Ti voglio bene, ti
dedico del tempo e condivido con te ciò che so, penso e sono”; per il bambino è una dolce melodia che lo
accompagna nei momenti più gioiosi e più faticosi dell’apprendimento e della vita, è un immenso, generoso e incomparabile dono.
Thomas
Anche a me piace ascoltare e leggere storie per poi condividerle con altri. Condivido il fatto che la lettura ad alta voce aiuti.